Industria 4.0 e l’economia circolare

Pubblicato il 02 Lug 2018

Fonte: Chimie Paris Tech


Nel dibattito sui diversi percorsi attraverso cui raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale emerge in modo sempre più chiaro il rapporto tra Industria 4.0 ed economia circolare.

Per economia circolare s’intende un diverso approccio alle modalità di produzione. Si passa cioè da un processo lineare che vede l’impiego di materie prime e la generazione di scarti di produzioni che vengono gettati, a un modello che si rigenera da solo, trasformando in risorsa ciò che comunemente è considerato rifiuto. Un passaggio che è prima di tutto culturale. La transizione verso una economia circolare costituisce una rivoluzione e un’opportunità: si tratta infatti di valorizzare quanto è nascosto negli sprechi e negli scarti di produzione. Il sistema industriale, alla fine del ciclo di produzione e di consumo, deve sviluppare la capacità di assorbire e riutilizzare rifiuti e scorie.

Rispetto alla sharing economy, che sta rivoluzionando il concetto di proprietà dei beni e servizi, al centro dell’economia circolare o circular economy ci sono prodotti industriali e manifatturieri.

L’economia circolare rimanda a un modello di sviluppo dove gli scarti di un’impresa diventano la materia prima di un’altra. L’uso della tecnologia dovrebbe avere per obiettivo non solo il miglioramento dei processi di impresa ma anche la loro sostenibilità. Per questo Industria 4.0 ed economia circolare si candidano ad essere due facce della stessa medaglia. L’economia circolare si sviluppa insomma utilizzando modelli di business, tecnologie e competenze di Industria 4.0.

La nuova industria manifatturiera, caratterizzata da una produzione in piccoli lotti, con bassi o zero scarti, realizzata in impianti localizzati vicino al consumatore. La tecnologia consente del resto di minimizzare l’uso di energia, acqua e materie prime, ridurre le emissioni inquinanti, organizzare al meglio il fine vita del prodotto.

Al tempo stesso, la digitalizzazione della manifattura porta a una maggiore flessibilità della produzione, e ciò determina sia un miglioramento della velocità di produzione, sia un aumento della produttività.

Il punto è dunque come mettere in connessione l’ottimizzazione delle risorse secondo lo schema manutenzione, prolungamento di vita e riciclo, con una produzione tecnologicamente avanzata caratterizzata dall’uso massivo delle informazioni e degli oggetti connessi?

Da un lato i consumatori chiedono prodotti per un’esperienza sempre più soddisfacente, calati sulle loro reali necessità e abitudini, dall’altro la scarsità delle risorse impone la riprogettazione dei processi produttivi in una chiave sostenibile.

Da una prospettiva di fabbricazione, il prodotto passa da mero bene consumabile a bene che può essere monitorato e riutilizzato. Nel nuovo paradigma il prodotto è in condizione di verificare la propria condizione e richiedere una riparazione o sostituzione, fornendo le dovute indicazioni per essere riciclato al meglio.

Un altro collegamento tra Industria 4.0 ed economia circolare si trova in quei business che vedono la progressiva sostituzione di beni con servizi, attraverso un modello basato non più sul possesso ma sull’utilizzo. Le implicazioni di tutto questo sono ampie e complesse. Ad esempio il percorso di progettazione di un oggetto che entrerà a fare parte di un servizio continuativo invece che di acquisto in conto capitale sarà molto diverso.

Alla base di questa evoluzione vi è un’enorme quantità di dati, quelli prodotti prima nella fabbrica intelligente dall’IoT, poi dai consumatori durante il customer journey. Per questo la fabbrica intelligente in chiave Industria 4.0 non basta: per cogliere appieno i benefici della quarta rivoluzione industriale è l’impresa nella sua globalità che deve diventare 4.0.


Questo testo è tratto, per gentile concessione di a

utore ed editore, dal libro “Industria 4.0, sfide e opportunità per il Made In Italy” di recente pubblicazione (Editoriale Delfino). L’autore, Armando Martin, che è cofondatore di Innovation Post, affronta nel merito le tecnologie al centro della quarta rivoluzione industriale e i casi applicativi di impresa. 

Chi fosse interessato può acquistare “Industria 4.0, sfide e opportunità per il Made In Italy” su Amazon o sulla pagina dedicata sul sito dell’Editoriale Delfino

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Armando Martin

Ingegnere elettronico e giornalista pubblicista, si occupa da anni di tecnologie industriali e sistemi di gestione come consulente industriale e direzionale. La sua attività professionale si è distinta per un approccio globale e flessibile ai temi dell’automazione, coniugando aspetti tecnici, scientifici, commerciali e di prodotto. Nel 2016 ha fondato, insieme a Franco Canna, il portale Innovation Post. E’ autore dei libri “Dizionario di Automazione e Informatica Industriale” (2006), “Comunicazione Industriale” (2010), “Misure per l’Automazione” (2012), “Strumentazione e Tecnologie di Misura” (2015), “Il Dizionario dell’Automazione – Le parole dell’innovazione (2016)”, “Industria 4.0, sfide e opportunità per il Made In Italy” (2018).

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