Google premia un progetto sul pensiero computazionale a Pisa

Pubblicato il 05 Giu 2018

intelligenza artificiale


Google finanzierà un progetto dell’Università di Pisa rivolto allo sviluppo del Pensiero Computazionale destinato ai docenti delle discipline scientifiche e tecnologiche delle scuole secondarie superiori. Il progetto, uno dei tre vincitori del Google Educator Grant Award in Italia, è stato ideato da Paolo Ferragina e Fabrizio Luccio professori del Dipartimento di Informatica dell’Ateneo pisano ed è supportato dal Comune di Pisa e dalla Fondazione Innovazione e Sviluppo Imprenditoriale della Camera di Commercio di Pisa. Il grant segue altri finanziamenti destinati alla ricerca scientifica che Google ha nel tempo erogato allo stesso Dipartimento.

Il concetto di pensiero computazionale ha acquisito una rilevanza grandissima negli anni più recenti. Nato agli albori dell’informatica ha ricevuto il battesimo ufficiale in un articolo pubblicato nel 2006 da Jeanette M. Wing, direttrice del Dipartimento di Computer Science dell’Università Carnegie Mellon degli Stati Uniti, e successivamente ha innescato una serie di studi e progetti didattici in tutto il mondo. Ricordando le parole di Jeanette Wing, il professor Fabrizio Luccio osserva che “il pensiero computazionale riflette il modo con cui gli esseri umani e non i computer ragionano: non si propone cioè di portare gli uomini a ragionare come computer ma esattamente il contrario”. Infatti, il Pensiero Computazionale è inteso come attitudine mentale a descrivere, analizzare e risolvere problemi (problem solving) progettando algoritmi che possano poi essere sperimentati su un calcolatore. Pertanto, “nel progettare il percorso formativo – sottolinea il professor Luccio – abbiamo pensato che fosse fondamentale partire dalla formulazione e risoluzione di problemi alla lavagna prescindendo inizialmente dall’uso del calcolatore, come proprio delle discipline scientifiche. Il concetto di partenza è dunque l’algoritmo e non la sua formulazione come un programma, o coding”.

Il progetto, della durata di sei mesi (da ottobre 2018 a marzo 2019), prevede dieci lezioni frontali tenute da docenti universitari e altrettante attività di laboratorio a esse correlate. Il punto focale, evidenzia il professor Paolo Ferragina, sarà quello di “descrivere in un linguaggio matematico elementare problemi reali e loro soluzioni algoritmiche che nascono in vari ambiti in cui l’impiego dell’informatica è oggi fondamentale quali crittografia, motori di ricerca, bioinformatica, reti sociali, intelligenza artificiale, big data e robotica. Ampio spazio verrà riservato alla discussione con i partecipanti su come le nozioni presentate in classe potranno essere trasferite nell’insegnamento della scuola secondaria di cui proprio i partecipanti sono gli esperti. Così, le attività laboratoriali saranno declinate in due modi: alcuni docenti realizzeranno in linguaggio Python gli algoritmi visti in classe con l’aiuto di personale universitario e membri del club CoderDojo di Pisa, altri potranno approfondire alcuni argomenti e progettare moduli, possibilmente multi-disciplinari, che siano utilizzabili direttamente in classe con gli studenti delle scuole”.

Il percorso formativo, accreditato dal MIUR e disponibile sulla piattaforma Sofia, coinvolgerà inizialmente le scuole dell’area pisana e, per motivi logistici, potrà essere frequentato al più da cento partecipanti ai quali non sarà richiesta alcuna conoscenza pregressa di informatica, ma sarà diffuso anche in streaming tramite la piattaforma Mediateca dell’Università di Pisa così che possa essere fruito da docenti di altri istituti superiori della Toscana e di altre regioni. Tutto il materiale didattico sarà reso disponibile pubblicamente sul sito del corso.

“L’Università di Pisa è da sempre sensibile alle iniziative rivolte alle scuole”, commenta il rettore Paolo Mancarella. “Questo progetto conferma come Pisa sia ormai un riferimento per la formazione informatica, dalle scuole superiori fino ai percorsi universitari”.

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Redazione

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