Bisogna scorrere fino alla pagina 30 delle 40 che costituiscono il Contratto di Governo che si apprestano a firmare Luigi Di Maio, Capo Politico del MoVimento 5 Stelle, e Matteo Salvini, Segretario Federale della Lega, per scoprire le linee di azione del prossimo Governo sull’innovazione industriale. Lo strumento principe individuato nell’accordo è quello di una Banca per gli investimenti, lo sviluppo dell’economia e delle imprese italiane che nascerà però “utilizzando le strutture e le risorse già esistenti”.
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Gli strumenti a disposizione
Garantita direttamente dallo Stato, la Banca avrà “facilità di reperire risorse per attuare tutte le iniziative che intende intraprendere” e sarà sotto la sorveglianza del Ministero dell’Economia e del Ministero dello sviluppo economico.
Alla Banca spetterà innanzitutto un ruolo di “cabina di regia sulla gestione degli strumenti di politica industriale e del credito e dell’innovazione, al fine di evitare sovrapposizioni o, peggio, conflitti tra strumenti nazionali e locali, per una più efficiente allocazione delle risorse finanziarie”. Ma quali saranno le sue funzioni concrete?
Le funzioni
In primo luogo svolgerà “attività di secondo livello per le piccole e medie imprese agendo in cofinanziamento con il sistema bancario, soprattutto con le banche di medie e piccole dimensioni radicate sul territorio, a supporto delle PMI”. Ma si occuperà direttamente di finanziare “iniziative di interesse pubblico e strategico nazionale”.
Terza funziona è operare nell’ambito dell’Export e Project Finance “in concorrenza con altri player di mercato”.
Importante il ruolo che questo soggetto avrà anche per favorire l’internazionalizzazione delle imprese italiane, alle quali concederà “credito di aiuto” per consentire loro di “acquisire posizioni di vantaggio su mercati emergenti” nei Paesi in via di Sviluppo.
Alla Banca spetterà anche il compito di gestire il Fondo di Garanzia per le PMI, “quale asset strategico di supporto al sistema nazionale del credito e delle garanzie per favorire il risparmio patrimoniale necessario al rispetto dei requisiti sempre più stringenti derivanti dalle normative internazionali sul credito di prossima introduzione”.
Infine, si occuperà direttamente di “innovazione con il fine di perseguire le politiche di indirizzo del MEF”.
In sintesi, una super banca che avrà un campo di azione molto vasto, ma sulla quale restano non poche perplessità non soltanto in merito alle risorse di cui dovrà disporre, ma anche in relazione al suo ruolo ibrido che oscilla tra organismo di garanzia e strumento di intervento attivo nelle politiche si sviluppo.