Atenei ai “blocchi di partenza” per far nascere i competence center, che permetteranno, grazie al partenariato tra pubblico e privato, di costituire centri di competenza ad alta specializzazione nelle tecnologie previste con il piano Industria 4.0. La partita, infatti, si era dimostrata, da subito, molto interessante visto che il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato 100 milioni di euro.
Un “tesoretto” che aveva spinto praticamente tutti gli atenei a scendere in campo. Una corsa alle candidature che si è conclusa, non senza polemiche, con 65 università ammesse al bando e anche qualche bocciatura eccellente.
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Al via i bandi per scegliere i partner privati
Adesso si passa alla seconda fase, quella della scelta delle imprese da coinvolgere nei progetti per i competence center e sono già molte le università italiane che hanno pubblicato i bandi per le manifestazioni di interesse.
Tra queste i Politecnici di Torino, Milano, la Sapienza di Roma, la Sant’Anna di Pisa, gli atenei del Triveneto, l’università di Bologna, quella di Cagliari e la Federico II di Napoli insieme al Politecnico di Bari.
In Campania e Puglia tecnologie social e blockchain
Tra i primi a pubblicare un bando l’Università degli studi di Napoli Federico II che selezionerà partner privati con cui istituire un centro di competenza ad alta specializzazione nelle tecnologie Industria 4.0 in Campania e Puglia.
Oltre all’Università di Napoli, tra i partner pubblici che hanno deciso di aderire si sono l’Università di Salerno, l’Università degli studi di Napoli Parthenope, l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli, l’Università degli studi del Sannio, il Politecnico di Bari, l’Università degli studi di Bari Aldo Moro, l’Università del Salento, le regioni Campania e Puglia.
Il competence center 4.0 in Puglia e Campania intende promuovere la diffusione di strumenti di innovazione tecnologica con riferimento all’intero spettro delle tecnologie abilitanti Industria 4.0: Big Data, Cloud, Internet of Things, Information security, Mobile, Advanced Machine Learning, Collaborative Robotics, Additive Manufacturing, Wearable Devices e interfacce avanzate, Virtual & Augmented Reality, Nanotecnologie e tecnologie dei materiali avanzati.
Nel competence center realizzato da questi atenei, inoltre, è prevista un specifica attenzione sarà rivolta alle tecnologie Social e Blockchain, strettamente correlate con soluzioni 4.0.
Nel Triveneto nasce Smact, per social network e mobile platforms
Anche il Nord Est si prepara a “cavalcare” le opportunità offerte dal piano Industria 4.0 con un progetto che vede, come capofila, l’Università di Padova, soggetto proponente del progetto per il Mise.
Nel progetto ci sono anche le università di Udine, Ca’ Foscari e IUAV di Venezia, Libera Università di Bolzano, Scuola Superiore Internazionale di Studi Avanzati – Sissa di Trieste, Trento e Verona, con Fondazione Bruno Kessler Trento e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – Sezione di Padova e Laboratori Nazionali di Legnaro.
Il Centro di Competenza, che sarà denominato SMACT, sarà focalizzato sulle seguenti specializzazioni: Social network; Mobile platforms &Apps; Advanced Analytics and Big Data; Cloud; Internet of Things.
Bologna punta su meccatronica, biomedicale e agrifood
Della partita anche Bologna che chiama a raccolta le imprese per avviare un centro di competenza su filiere di grande rilevanza per il territorio come automotive, meccatronica, agrifood e biomedicale.
Il coordinamento del competence center è dell’università di Bologna mentre gli altri atenei coinvolti sono Modena – Reggio-Emilia, Ferrara, Parma e l’Università Cattolica. Il progetto conta anche importanti partnership con il Cnr, il Cineca e con l’Istituto nazionale di fisica nucleare.