Ci sono i Politecnici di Milano, Torino e Bari e atenei importanti come La Sapienza di Roma o l’Università Federico II di Napoli, ma non manca qualche esclusione eccellente, come quella Genova e Trieste: la lista delle 65 università che hanno le carte in regola per partecipare al bando sui Centri di Competenza è stata stilata dal Ministero dello Sviluppo Economico e pubblicata in una serie di FAQ relative proprio al funzionamento per la creazione dei “competence center“, i nuovi grandi centri di ricerca pubblico-privati voluti dal governo che saranno i punti nodali del piano Impresa 4.0 varato dal governo per rilanciare l’economia nazionale.
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Quali sono i requisiti per i Competence Center
L’elenco delle università ammesse, pubblicato dal Ministero, si basa sull’indice di valutazione della qualità della ricerca universitaria (Vqr) messo a punto dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Per accedere al bando, le università devono classificarsi, nelle materie di interesse del “competence center”, nel primo quartile, ovvero tra le prime 17 su 68.
Le università, inoltre, dovranno soddisfare i requisiti di cui all’articolo 5, comma 2, lettera c) n. 2 e lettera d) e, quindi, “impiegare personale e strutture afferenti per almeno il 70% ai dipartimenti selezionati in base all’indicatore standardizzato della performance dipartimentale (ISPD) e ammessi alla presentazione di progetti di sviluppo dipartimentale”.
Le polemiche di Roars e il tweet di Calenda
La FAQ numero 7, quella contenente appunto la lista delle 65 università, toglie ogni dubbio dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Roars, sito di discussione sui problemi dell’università e della ricerca. Qui era stato pubblicato un articolo molto polemico a firma Giuseppe De Nicolao dal titolo “Politecnico sei fuori. Calenda affonda i Politecnici di Milano e Torino, ma anche Pisa, Sapienza e Federico II. Con l’aiuto di Anvur”. Secondo il sito, il Politecnico di Milano e quello di Torino non avrebbero potuto presentare proposte nelle aree dell’ingegneria perché penalizzati dalle classifiche Anvur. Con lo stesso criterio, Roma Sapienza, Pisa, Genova e Napoli Federico II sarebbero invece state addirittura del tutto escluse perché in tutte le aree del bando sono al di sotto dei requisiti scientifici minimi per partecipare.
Critiche basate, in realtà, su una lettura complessiva delle classifiche e non per macrosettori. Tanto che, a rispondere al sito, è stato anche il Ministro per lo Sviluppo Economico, CarloCalenda che in un tweet l’ha definita “Notizia falsa derivante da una lettura superficiale del bando e di quella roba assurda che è la classifica Anvur”. Sottolineando, così, che questi atenei sono “pienamente legittimati a partecipare”, ma ammettendo implicitamente l’errore di aver utilizzato le classifiche Anvur – la cui validità è fortemente criticata da tutto il sistema della ricerca italiana – come elemento del bando per i Competence Center.
Notizia falsa derivante da una lettura superficiale del bando e di quella roba assurda che è la classifica Anvur. Sono pienamente legittimati a partecipare https://t.co/lJTyorB6yc
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 23, 2018
Bocciature eccellenti: le proteste ufficiali di Genova
Nonostante la lettura “per macrosettori” le bocciature eccellenti – cioè l’esclusione dalla lista dei 65 – non sono mancate. Tra queste ha fatto molto rumore quella dell’Università di Genova che competeva nelle materie di informatica, analisi numerica, ingegnereria elettronica, ingegneria informatica e delle telecomunicazioni e si era candidata a competence center nazionale per la protezione delle infrastrutture strategiche coinvolgendo anche aziende del livello di Leonardo, Ansaldo Energia, D’Appolonia-Rina consulting.
Un’esclusione che ha lasciato stupore e amarezza nell’Ateneo tanto che il rettore dell’Università di Genova, Paolo Comanducci, ha scritto una lettera aperta indirizzata al Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli. “Non voglio entrare nel merito degli aspetti formali che hanno condotto il Ministero dello Sviluppo Economico a questa esclusione – scrive il rettore -. Vorrei, invece, entrare nel merito dell’aspetto più sostanziale che questa esclusione comporta. Privando l’Università di Genova del diritto di sottomettere una proposta di progetto per un centro di competenza si impedisce all’unico ateneo della regione, a un’università generalista che rappresenta il principale punto di riferimento in formazione, ricerca, trasferimento tecnologico e sviluppo culturale per più di un milione di cittadini, di contribuire, con la serietà e le competenze che contraddistinguono i nostri ricercatori, allo sviluppo del Paese in una sfida decisiva per il futuro, in particolare, delle giovani generazioni”.
Una lettera che non è solo “lo sfogo sterile di un Rettore ferito da una palese ingiustizia commessa verso il proprio Ateneo – conclude Comanducci – quanto, soprattutto, la rivendicazione orgogliosa del ruolo fondamentale che l’Università di Genova ricopre e intende continuare a ricoprire per la propria comunità di cittadini, di imprenditori, di lavoratori. Noi intendiamo proseguire nel nostro impegno di ricerca e formazione nell’ambito della protezione delle infrastrutture strategiche e, più in generale, di Industria 4.0; rafforzeremo tale impegno, lo valorizzeremo cercando finanziamenti e collaborazioni, diventeremo comunque un punto di riferimento nazionale ed europeo su questi temi”.