Industria 4.0 e innovazione: quanto sono presenti questi temi nei programmi di governo delle formazioni politiche che si presenteranno al voto del 4 marzo? A un mese dalle elezioni siamo andati a guardare tra le proposte presentate da partiti e coalizioni.
Un “viaggio” tra le promesse elettorali che parte dal Partito Democratico, il “vincitore uscente”, partito guida della maggioranza di centrosinistra che ha governato negli ultimi cinque anni con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni premier e Carlo Calenda ministro dello Sviluppo Economico.
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Evoluzione del “lavoro fatto” e riduzione graduale dell’iperammortamento
Continuità con quanto con il lavoro fatto fino a oggi – Piano Industria 4.0 e Impresa 4.0 in primis – ma anche alcuni segnali di novità. Nel programma elettorale presentato in questi giorni si parla esplicitamente di una riduzione graduale dell’iperammortamento, in luogo di un brutale “shut down”, accompagnato da una accelerazione della deducibilità fiscale degli investimenti (che passerà verosimilmente da una revisione dei coefficienti di ammortamento). Si tratta di iniziative che rispondono di fatto a una parte delle richieste che arrivano, con sempre maggiore insistenza, dalle associazioni imprenditoriali. È questo il messaggio al mondo delle imprese che sembra emergere dal programma del Partito Democratico che dedica un capitolo al tema “Fisco e politica industriale dalla parte della crescita”.
Intervenire sulla fiscalità per favorire innovazione e riconversione
Per illustrare le scelte il PD parte da quanto fatto in questi anni, da quelle che definisce due “stelle polari” dell’azione sulla fiscalità: “Usare la leva fiscale per favorire l’innovazione, la ricerca, la riconversione tecnologica e la trasformazione ecologica del nostro tessuto produttivo e industriale, riducendo la pressione fiscale su chi crea valore aggiunto: sono state queste le stelle polari della nostra azione sul fisco nella legislatura appena trascorsa”.
Il PD, quindi, parla di “missione compiuta” con l’economia che è ripartita e ricordando come la pressione fiscale sia scesa di tre punti in quattro anni. “Il fisco deve essere parte di un più complessivo piano industriale per il Paese – spiegano nel programma – nei prossimi anni le economie avanzate dovranno raccogliere la sfida di una tumultuosa innovazione tecnologica che mette in discussione i vecchi modelli produttivi, l’organizzazione del lavoro e del nostro sistema di welfare”.
Ecco le misure per governare il cambiamento
Se l’Italia non saprà essere all’altezza di questa sfida, spiega il documento del PD: “Potremmo dover assorbire un secondo shock sistemico come quello vissuto nella prima fase della globalizzazione. Dobbiamo governare il cambiamento”. Nella prossima legislatura, quindi saranno messe in campo alcune misure fondamentali
- completare la riduzione della pressione fiscale sulle imprese, grandi e piccole, portando l’aliquota Ires al 22% (già portata dal 27,5% al 24%) e assicurando alle imprese individuali un’uguale tassazione attraverso l’introduzione dell’Iri con aliquota al 22%;
- aumentare la deducibilità dell’Imu pagata sugli immobili da imprese, commercianti, artigiani e professionisti;
- rafforzare il Piano Impresa 4.0 rendendo stabile e strutturale il credito di imposta alla ricerca e sviluppo, prevedendo una riduzione graduale dell’iper ammortamento per poi introdurre strutturalmente un’accelerazione della deducibilità fiscale degli investimenti produttivi (chi investe sul futuro deve poter dedurre più velocemente i costi).
Aiutare chi è rimasto indietro per vincere la sfida della quarta rivoluzione industriale
“La creazione di posti di lavoro stabili e di qualità passa attraverso uno sforzo di riqualificazione competitiva del nostro tessuto produttivo – e’ scritto nel programma – innovazione, investimenti, sostenibilità ambientale sono le chiavi per creare sviluppo”. Nonostante la ripresa, spiegano, il rapporto tra esportazioni e Pil rimane inferiore di circa 20 punti rispetto a quello tedesco e la produzione industriale deve ancora recuperare almeno 15 punti percentuali. “La globalizzazione e la quarta rivoluzione industriale sono sfide di enorme portata, di fronte alle quali il sistema produttivo italiano si presenta con circa il 20% di imprese in salute e fortemente competitive sui mercati globali e una parte che sta facendo invece fatica a stare al passo”.
Occorre una politica industriale in grado di aiutare le imprese a collocarsi nella prima categoria, ampliando il bacino delle nostre realtà competitive con effetti moltiplicativi su indotto ed economia dei servizi. Promuovendo al contempo con strumenti mirati il rilancio e la riconversione di quelle realtà che rimangono indietro”.
Nascerà il fondo per la reindustrializzazione
“A tal fine, creeremo anche un fondo di reindustrializzazione – conclude il programma del Pd – per assorbire gli shock della globalizzazione e del progresso tecnologico, razionalizzando i fondi esistenti che il Ministero dello sviluppo economico sta facendo uscire da una logica a bandi e chiedendo anche una partecipazione alle imprese. Un fondo unico che accompagni imprese e lavoratori colpiti da un difficile sforzo di riconversione”.