Oltre quattromila emendamenti. Uno tsunami di proposte di modifiche e di intervento si rovescia sulla legge di bilancio, in discussione alla Commissione bilancio del Senato. E anche sull’industria 4.0 e sugli articoli correlati, 5,7, 8 e 9, che contengono le proroghe all’iper e al super ammortamento, il rifinanziamento della Sabatini e il credito di imposta per la formazione, fioccano gli emendamenti. Per contenere le proposte di correzione dall’articolo 4 al 9 sono servite 291 pagine. Cosa chiedono di cambiare i senatori?
Indice degli argomenti
Articolo 5: maggiori deduzioni per gli ammortamenti
Al capitolo superammortamento si inserisce la questione noleggio veicoli e taxi e, quindi, l’acquisto agevolato delle auto. Da tutto l’arco del Senato si propone di tornare alla disciplina 2017, tornando quindi a includere veicoli e mezzi di trasporto. Più di venti emendamenti riguardano questo solo comma.
Tutti i partiti si basano su uno studio che, come riassunto nell’emendamento del senatore Remigio Ceroni di FI, evidenzia che questo sostegno costerebbe alle casse dello Stato 30 milioni nel 2018, 60 milioni nel 2019, 110 milioni nel 2020, per poi scendere gradualmente ai 27 milioni del 2024. “Gli introiti erariati”, scrive Andrea Mandelli dello stesso partito, sarebbero di circa “200 milioni di euro”. Senza la misura i senatori agitano lo spettro di minori immatricolazioni da parte delle aziende, delle società di noleggio, dei taxisti e delle aziende di car sharing.
Quanto all’iperammortamento La senatrice del gruppo AP-Cde-Ncd, Simona Vicari, propone di destinare 50 milioni di euro per finanziare le imprese che adottano tecnologie di riuso dell’acqua. Inoltre propone di ammettere un capitolo di spesa di 10 milioni per etichette intelligenti per la “certificazione e tracciabilità dei prodotti a tutela dei marchi aziendali”. Su quest’ultima linea – che tocca lo spinoso tema dell’anticontraffazione – sono a favore anche il Pd e FI.
Una serie di emendamenti propongono di estendere i benefici dell’iper ammortamento al 4.0 anche ai liberi professionisti e non solo alle imprese.
Giorgio Santini del Pd è primo firmatario di un emendamento per accettare le spese per “migliorare l’automazione, l’efficienza produttive”, “il contenimento energetico”, per “sistemi di gestione della realtà aumentata”, “sistemi hardware (sensori) e software (algoritmi) per la profilazione e misurazione in store”, “sistemi integrati della gestione logistica”, “macchine automatiche di vendita”.
Laura Bianconi, senatrice del gruppo AP-Cde-Ncd, firma per prima un emendamento in cui si chiede di riconoscere ammortamenti speciali anche ai robot chirurgici. Sergio Divina della Lega Nord propone di riconoscere fino a 25mila euro per investimenti in “piattaforme aziendali integrate tra sito internet, commercio elettronico e scambio B2B tra imprese e centri di ricerca universitari e hub di innovazione e sviluppo”. La veneta Anna Maria Bonfrisco della Federazione delle libertà inserisce nel comma anche i rimborsi per i danni causati dalle alluvioni in Veneto nel luglio del 2015.
Articolo 7: nuova Sabatini
Ceroni inserisce anche in questo articolo un emendamento per sostenere gli investimenti in software per la tracciabilità dei marchi, proponendo un tetto di spesa di 20 milioni di euro. L’emendamento è proposto anche dal Pd e gli fa eco Vicari, che piazza anche in questa discussione la stessa correzione proposta per l’articolo 5, come pure quello per sostenere il riciclo dell’acqua.
Altra proposta clonata dagli emendamenti ai sistemi di ammortamento è quella di estendere i benefici della Sabatini anche ai liberi professionisti. Il Pd e FI propongono di dimezzare l’aliquota sugli incentivi all’esodo dei dirigenti, se questi stessi soldi sono poi reinvestiti in startup o in piccole e medie imprese. Il manager aiutato ad andare in pensione pagherebbe meno tasse se parte di questi denari li colloca nel capitale delle pmi. Per Forza Italia ne potrebbero beneficiare mille dirigenti e lo Stato dovrebbe rinunciare a 19 milioni di euro di mancato gettito Irpef.
Non bastassero i Competence center, di cui ancora non si ha notizia, i senatori vogliono introdurre due strutture per stimolare l’industria 4.0. La prima sarebbe la Rete delle infrastrutture immateriali per lo sviluppo industriale, che potrà spendere ogni anno 1,5 milioni di euro per il triennio 2018-2020. L’idea porta la firma di Forza Italia. La seconda, sostenuta dal Movimento 5 Stelle e da alcuni senatori di Pd, Fi e grandi autonomie, vuole assegnare ogni anno dal 2018 al 2020 3,3 milioni di euro per incubatori e acceleratori di startup.
Articolo 8: Credito di imposta per la formazione 4.0
Le mosse dei senatori puntano a estendere i benefici anche agli studi professionali e a eliminare gli accordi sindacali collettivi aziendali e territoriali, come precondizione per avviare i corsi di formazione a livello aziendale. Infine è proposto un emendamento per eliminare l’obbligo del pos per artigiani e professionisti. “Ciò che in tale ambito crea le maggiori perplessità per il mondo artigiano”, si legge, sono “i costi bancari”.
Articolo 9: Promozione del sistema di formazione terziaria non universitaria
Un emendamento firmato dal Popolo delle libertà propone di aumentare il fondo per gli Istituti tecnici superiori. Per il 2018 si aggiungono 40 milioni, 92 milioni per il 2019 e dal 2020, 144,5 milioni ogni anno. L’obiettivo è moltiplicare per cinque gli attuali immatricolati, da seimila a trentamila ogni anno, sostenendo figure che hanno tassi di occupazione post diploma dell’80%. Lo stesso gruppo propone di istituire corsi di promozione della materie STEM nelle scuole superiori.
Ricordiamo che queste sono proposte di emendamento presentate in commissione Bilancio al Senato, ancora non approvate.