G7, la Ue aprirà un Competence center per la cybersicurezza

ll direttore generale Viola: “Creeremo una rete di centri dei Paesi per le sviluppare le competenze sul cybercrime”. Pronti i bandi per il supercomputer

Pubblicato il 25 Set 2017

Europa


La Commissione europea è pronta a varare un Competence center comunitario per la cybersicurezza. Al G7 dell’industria di Torino Roberto Viola, al timone della direzione generale Connect di Bruxelles, entra nei dettagli del nuovo piano europea contro il crimine informatico. La risposta non consisterà solo nel rafforzamento dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (Enisa), che sarà trasformata nell’Agenzia della cybersicurezza, ma anche nella creazione di una rete di centri di ricerca per rinforzare le difese informatiche della Ue.

“Questa non è una questione di burocrazia, di leggi, ma di competenze e di difesa delle nostre aziende”, spiega Viola. Per questo motivo la Commissione punta alla creazione di una rete tra i Competence center in cybersicurezza dei 17 Stati membri, che faranno capo a un unico laboratorio europeo. Il centro avrà due compiti: fornire ricerca nel segmento della cybersicurezza e assistere quotidianamente le imprese nei loro problemi. Gli studi sviluppati dalla rete di centri e dal superlaboratorio costituiranno un ausilio per le politiche dei governi e per l’organizzazione del business da parte delle imprese.

Roberto Viola, direttore generale DG Connect della Commissione Europea

Assunzioni in vista

Enisa si rafforzerà. “Prevediamo circa 35 persone in più”, spiega Viola, che dovranno integrare l’organico dell’Agenzia. Il nuovo ente dovrà coordinare le attività di sicurezza informatica, dare le regole ai Paesi membri e indagare in caso di incidenti rilevanti. L’Agenzia non si sostituirà alle forze dell’ordine, ma le affiancherà nella gestione di incidenti che valichino i confini di un singolo Stato. È il modello del blue print, che ora la nuova Enisa sta mettendo a punto.

Supercomputer ai blocchi di partenza

Nel frattempo entra nel vivo la partita per il supercomputer europeo. Lo conferma a Innovation Post Viola. “Abbiamo creato la task force degli Stati che hanno firmato la dichiarazione di Roma. In parallelo sono partite le call per i vari componenti del computer. C’è interesse”, spiega Viola. L’impegno per realizzare un High performance computing europeo (HPC) è stato sottoscritto lo scorso marzo da Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Olanda e Lussemburgo, in occasione del Digital day di Roma.

L’Europa intende recuperare il ritardo accumulato nello sviluppo di un supercomputer, in grado di svolgere operazioni complesse utili alla difesa, alla meteorologia avanzata, alla scienza e all’industria. Cina, Stati Uniti e Giappone si sono già impegnati nella realizzazione di computer ad altre prestazione e l’Europa rischia di pagare la sua lentezza in termini di competitività. Viola lavora da mesi per colmare il ritardo e i bandi sono il primo passo per individuare le aziende che costruiranno l’HPC comunitario.

Novità in arrivo

Nel 2018, inoltre, Viola conta che potrà partire la concessione dei voucher ai Comuni per installare hot spot wifi finanziati dalla Commissione europea, con l’obiettivo di allargare l’offerta di servizi di connettività gratis in Europa. Inoltre la DG Connect sta lavorando a un sistema per condividere dati amministrativi e sanitari tra gli enti pubblici degli Stati membri. “Abbiamo chiuso una consultazione pubblica qualche giorno fa – spiega Viola -. A breve ci sarà una comunicazione, ossia la presentazione del nostro programma politico”.

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Luca Zorloni

Cronaca ed economia mi sono sembrate per anni mondi distanti dal mio futuro. E poi mi sono ritrovato cronista economico. Prima i fatti, poi le opinioni. Collaboro con Il Giorno e Wired e, da qualche mese, con Innovation Post.

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