Ci sono ancora diverse incognite da risolvere prima che sia definitivamente chiaro il quadro complessivo delle risorse a disposizione del Governo per le attività in favore del rilancio dell’economia e dell’industria nella prossima manovra di bilancio.
Due gli appuntamenti da segnare in agenda: il 20 settembre il Ministero dell’Economia e delle Finanze presenterà la Nota di aggiornamento del DEF – il Documento di Economia e Finanza – che dovrebbe “certificare” la maggiore crescita del PIL per l’anno in corso e aggiornare le stime di crescita per i prossimi anni. Da queste cifre si capirà a quanto ammonteranno le maggiori risorse disponibili per la manovra di bilancio.
L’altro appuntamento-chiave è fissato negli stessi giorni (probabilmente il 19 settembre) quando si riunirà la cabina di regia del Piano nazionale Industria 4.0 per fare il punto sull’efficacia delle misure in vigore e valutarne rinnovi o correzioni.
Qui di seguito vi proponiamo tre possibili scenari per quanto riguarda il rinnovo di super e iperammortamento, da comprendere alla luce del concetto di Impresa 4.0 più che di Industria 4.0, e il contesto delle misure di massima che sta emergendo.
Indice degli argomenti
Gli scenari per super e iperammortamento
Sono tre i possibili scenari per quanto riguarda le misure “più amate dagli Italiani”, super e iperammortamento. In tutti e tre i casi si propone un’evoluzione del concetto di Industria 4.0 in Impresa 4.0, come ha spiegato nel corso delle diverse assemblee di Confindustria e Confcommercio lo stesso Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, a intendere che la digital transformation deve abbracciare tutti i settori dell’economia e non solo l’industria e il manifatturiero.
Scenario 1 – Fine del superammortamento e iperammortamento al 200%
Probabilità: 15%
Il primo scenario, meno ottimistico, prevede la definitiva conclusione della stagione del superammortamento, il cui campo di applicazione era stato già ridotto nel 2017 rispetto al 2016. Un altro segno in questa direzione è stato dal fatto che la proroga dei termini di consegna da giugno 2018 a settembre 2018 è stata disposta per il solo iperammortamento e non anche per il superammortamento. Le risorse risparmiate sarebbero destinare ad ampliare la platea dei beni digitali incentivati con l’iperammortamento, in particolare a semplificare l’applicazione di questa agevolazione al software. Se il sentiero sarà “stretto”, come ha più volte detto il ministro Padoan, potrebbe anche ridursi l’aliquota dell’iperammortamento, dal 250% attuale al 200%. La riduzione del coefficiente permetterebbe però di incentivare una più ampia platea di beni (non solo per l’industria) e sarebbe anche un modo per premiare chi ha scelto di investire in questo primo anno.
Scenario 2 – Da Industria 4.0 a Impresa 4.0
Probabilità: 45%
Se è vero che Padoan insiste sul sentiero stretto, è altrettanto vero che il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha detto a più riprese che gli incentivi che funzionano saranno confermati e rafforzati. E i dati registrati quest’anno indicano che l’iperammortamento sta dimostrando sul campo la sua efficacia. Conferma piena quindi per questo strumento, che sarebbe confermato al 250% e, grazie alle risorse risparmiate con il superammortamento, vedrebbe ampliato il suo campo di azione trasformando il piano Industria 4.0 in un piano Impresa 4.0 che incentivi anche la digitalizzazione di servizi e turismo.
Scenario 3 – Conferma anche per il superammortamento
Probabilità: 40%
Oltre all’ampliamento dell’iperammortamento così come previsto nello scenario 2, se le risorse lo permetteranno sarà confermato anche il superammortamento al 140%. Perché è una misura molto più “universale” e “democratica” dell’iperammortamento, che può essere utilizzata anche dai professionisti, che consente lo svecchiamento del parco beni strumentali anche per chi non vuole o non può seguire la via del 4.0. Perché – come dicono spesso in UCIMU, l’associazione dei costruttori di macchine utensili – è una misura che consente di compensare coefficienti di ammortamento vecchi che non tengono conto della più rapida obsolescenza tecnologica dei beni.
Le misure pluriennali in vigore
Alcune misure previste nelle precedenti leggi di bilancio hanno portata pluriennale e quindi saranno comunque in vigore anche nel 2018.
La Nuova Sabatini, per esempio, è in vigore fino a fine 2018. Risorse permettendo, però, perché la misura ha dimostrato una notevole efficacia e probabilmente le risorse disponibili al momento termineranno ben prima della scadenza. L’auspicio è quindi che nella prossima manovra venga aumentato lo stanziamento di fondi.
Anche il credito di imposta del 50% delle spese incrementali sulla Ricerca e Sviluppo è in vigore dal 2017 per tre anni e non sarà quindi in discussione.
Le nuove misure per formazione e lavoro
Sullo stesso modello del credito di imposta per la ricerca e sviluppo dovrebbe entrare una nuova misura volta a favorire la formazione per creare le competenze necessarie a sostenere lo sviluppo di industria 4.0. Si tratterà anche in questo caso di un incentivo nella forma del credito di imposta – probabilmente del 50% – per le spese incrementali in formazione previste negli accordi di secondo livello fino a un massimo di 20 milioni.
Di più ampio respiro – e altrettanto incerte dimensioni – l’azione sulla riduzione del cuneo fiscale per favorire l’assunzione di giovani fino a 29 (o 32 anni, a seconda del respiro che avrà la misura), con un abbattimento forte per il primo triennio e una riduzione strutturale del 3%, a condizione che l’azienda fruitrice non faccia licenziamenti nei sei mesi precedenti e successivi all’assunzione del nuovo lavoratore.
Possibili anche nuovi incentivi volti a favorire la trasformazione di alcune piccole imprese del Sud in media imprese che fungano da traino per i sistemi economici territoriali.