La parola chiave è convergenza. Un linguaggio comune tra il mondo dell’automazione industriale e quello delle tecnologie informatiche. Lo dimostra nei numeri Sps Italia, che questa mattina ha aperto i battenti alla fiera di Parma per la sua settima edizione (fino al 25 maggio). Il filo rosso del salone dedicato alle tecnologie per automazione elettrica, sistemi e componenti (qui lo speciale di Innovation Post) dimostra dai numeri che l’industria ha acceso i riflettori sulla rivoluzione 4.0: 738 espositori, il 15% in più rispetto allo scorso anno, e 62mila metri quadri di esposizione, con un incremento del 20% in dodici mesi.
Per Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia (che organizza la manifestazione), è segno di “una dinamicità del mercato a monte di questa manifestazione”, complice il piano di incentivi varato dal ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda. “Con industry 4.0 le tecnologie delle nostre fiere convergono, siamo sempre più sinergici”, aggiunge l’ad.
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Il modello europeo
Nei padiglioni del polo fieristico di Parma va in scena quello che Gabriele Caragnano, partner di Price Waterhouse Cooper responsabile del segmento 4.0, definisce il “modello europeo” della rivoluzione digitale. “È focalizzato sulla fabbrica”, osserva, a differenza del paradigma anglosassone, più spinto “su nuovi modelli di business per la commercializzazione e la vendita di dati”. Nello specifico, per la fabbrica italiana significa sia integrazione verticale, tra i processi che governano la produzione interna, sia orizzontale, “ancora poco sfruttata oggi”, sottolinea Caragnano, spingendo l’interconnessione da fabbrica a fabbrica fino ai clienti.
“Il concetto dell’interconnessione nel testo della legge (del piano industria 4.0, ndr) deve essere chiaro – osserva Caragnano -. Non è solo la questione pratica di inserire dei plugin, ma di ripensare con la logica della connessione il sistema produttivo. Questa rivoluzione è inevitabile, bisogna capire come agire come in ogni piano di trasformazione, diagnosticando le debolezze e disegnando un percorso di miglioramento graduale”.
Un mondo che cambia
Il messaggio è arrivato. Secondo i dati di Anie Automazione (che Innovation Post ha pubblicato in anteprima) l’Italia è sulla buona strada della rivoluzione digitale in fabbrica. “L’automazione è aumentata del 17% tra il 2015 e il 2016 in stampa e converting ma è cresciuta anche nel legno, dove le macchine non sono mai state sofisticate”, osserva il presidente dell’associazione, Fabrizio Scovenna.
Per questo Sps guarda alle pmi, che, come spiega Francesca Selva, vicepresidente marketing ed eventi di Messe Frankfurt Italia, “possono vedere come con un’operazione di revamping anche una piccole o media impresa possa avviare questo nuovo modo di produrre e come le tecnologie siano scalabili”.
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