Con un giro d’affari di 66,1 miliardi di euro, il digitale in Italia nel 2016 è cresciuto ancora di più rispetto all’anno precedente: in dodici mesi l’industria informatica dello Stivale ha segnato un incremento dell’1,8% e le previsioni di Assinform, l’associazione confindustriale dell’information technology, sono che quest’anno la crescita sarà ancora più rosea, con un tasso del 2,3%. Il rapporto di Assinform, in collaborazione con Netconsulting, evidenzia anche che dal 2011 al 2015 l’industria informatica ha dato lavoro a circa 50 mila persone in più, da 673 mila impiegati a 720 mila, con un incremento annuo del 3,2%.
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Chi sale e chi scende
Tutti i settori del digitale sono in crescita, al netto dei servizi di rete e di telecomunicazione. Anzi, se questi non pesassero sull’andamento del’ICT italiano, Assinform avrebbe iscritto a bilancio una crescita annua del 3,4%. Nello specifico, contenuti e pubblicità digitali valgono 9,6 miliardi di euro (+7,2% nel 2016), i servizi informatici 10,6 miliardi (+2,5%), software e soluzioni ICT 6,5 miliardi di euro (+4,8%) e i dispositivi e sistemi 17,2 miliardi. In calo dell’1,1% i servizi a rete, che sono la fetta più abbondante del bilancio settoriale: 22,3 miliardi.
Sul fronte dei prodotti, è costante il calo di PC e tablet, le cui vendite, in termini di unità, nel 2016 perdono rispettivamente il 4,4% e il 7,1% rispetto all’anno precedente, mentre cresce il mercato dei software (+6,5%), che vale 6,2 miliardi. “Abbiamo notato un rallentamento della politiche bring your own device (BYOD), ossia di portare in azienda il proprio PC – spiega Giancarlo Capitani, professore del Politecnico e amministratore delegato di Net Consulting -, a causa di due ostacoli: uno è il tema della sicurezza, l’altro è la scarsa compatibilità tra app aziendali e quelle che uno scarica”.
In crescita
In dodici mesi internet delle cose, cybersecurity, cloud, big data e mobile business sono i segmenti che hanno segnato l’impennata più significativa. Tutti a due cifre, con tassi del 23% per il cloud e del 24,2% per i big data, benché su valori ancora di nicchia (rispettivamente 1,3 miliardi di euro e 643 milioni). Segno che sono questi i settori caldi, dove si investe per prepararsi alla concorrenza dei prossimi anni.
Le previsioni per il 2017
Le aspettative per il prossimo anno sono positive. Il piano industria 4.0, insieme alla riforma Madia della Pubblica Amministrazione, dovrebbero spingere gli affari del digitale. “Entro marzo il direttore generale dell‘AGID ha detto che dovrebbe essere pronto il piano triennale per la digitalizzazione della pubblica amministrazione”, osserva Capitani.
Il commento sul Piano Industria 4.0
Un passaggio strategico è il piano Industria 4.0. Assinform chiede di sciogliere le incertezze sulla possibilità di ammettere ai benefici fiscali anche molte componenti informatiche. “Il presupposto della loro stretta connessione al rinnovo dei macchinari non deve tradursi in interpretazioni troppo restrittive da parte dell’amministrazione finanziaria”, osserva il presidente di Assinform, Agostino Santoni”. È un aspetto che va risolto al più presto, per tenere conto delle più recenti evoluzioni applicative, per non intaccare una rinnovata propensione all’investimento in innovazione, per affermare misure di stimolo e di agevolazione che lascino margini all’imprenditorialità e al coinvolgimento di tutti i soggetti interessati”.