Leggevo stamattina con grande interesse un articolo pubblicato sulla rivista ITIS Magazine intitolato “Una tassa sui Robot, ne discute il Parlamento Europeo”.
Di che cosa si tratta? Lo scorso 31 maggio è stato presentata da parte della Commissione giuridica del Parlamento Europeo una relazione contenente raccomandazioni per una direttiva europea che preveda l’introduzione di norme di diritto civile sulla robotica.
L’amico Massimiliano Cassinelli, autore dell’articolo, ci va giù pesante, ironizzando sulle numerose bizzarrie contenute nella relazione, a partire dal paragrafo A della relazione che recita testualmente: “considerando che, dal mostro di Frankenstein ideato da Mary Shelley, al mito classico di Pigmalione, passando per la storia del Golem di Praga e il robot di Karel Čapek, che ha coniato la parola, gli esseri umani hanno fantasticato sulla possibilità di costruire macchine intelligenti, spesso androidi con caratteristiche umane”. Come dire, se questi sono i presupposti…
Tuttavia nel testo si pongono una serie di questioni interessanti: si riconoscono i “benefici in termini di efficienza e di risparmio economico non solo in ambito manifatturiero e commerciale…”, ma si pone l’accento sulle “preoccupazioni quanto al futuro dell’occupazione e la sostenibilità dei sistemi di previdenza sociale se l’attuale base fiscale sarà mantenuta” e sulle “potenziali conseguenze di un difetto sistemico o del pirataggio di robot intercollegati o di sistemi robotici”.
La relazione contiene poi delle proposte concrete, basandosi sull’assunto che “l’Unione europea potrebbe svolgere un ruolo essenziale nella definizione dei principi etici fondamentali da rispettare per lo sviluppo, la programmazione e l’utilizzo di robot e dell’intelligenza artificiale e per l’introduzione di tali principi nelle normative e nei codici di condotta europei”.
Le proposte concrete
Quali sono i principali punti previsti? Vediamoli:
- creazione di un “registro” per gli smart robot
- predisposizione un codice etico-deontologico degli ingegneri robotici (Carta sulla robotica)
- creazione di un’Agenzia europea per la robotica e l’intelligenza artificiale
- interventi in materia di proprietà intellettuale che proteggano e promuovano l’innovazione
- sviluppo di standard per la tutela della privacy (umana) “fin dalla progettazione (privacy by design) e per impostazione predefinita (privacy by default), di consenso informato e di crittografia”
- valutazione di un possibile obbligo di informativa societaria sulla portata e sulla proporzione del contributo della robotica e dell’intelligenza artificiale ai risultati economici di una società ai fini delle imposte e dei contributi previdenziali
- sul tema della responsabilità per il danno causato “da robot sempre più autonomi”, introduzione di un “regime di assicurazione obbligatorio, come già avviene, per esempio, con le automobili” a carico del produttore
- la costituzione di un fondo di risarcimento che garantisca il risarcimento quando il danno causato dal robot non è assicurato (tipo il fondo vittime della strada)
- l’istituzione di uno status giuridico specifico per i robot, di modo che almeno i robot autonomi più sofisticati possano essere considerati come “persone elettroniche con diritti e obblighi specifici, compreso quello di risarcire qualsiasi danno da loro causato”.
Non sappiamo se questa raccomandazione della Commissione giuridica del Parlamento europeo avrà un effettivo seguito legislativo; trovo personalmente bizzarra l’idea che il robot riceva versi dei contributi e abbia una responsabilità propria.
Tuttavia trovo straordinario che in un momento in cui l’adozione dei robot sta crescendo nei più diversi ambiti applicativi, qualcuno, lassù, si ponga il problema di affrontare nodi cruciali come sicurezza, privacy e proprietà intellettuale.